Si è seduto lì sul lettino accanto, con la tipica arroganza delle sue cianfrusaglie e del suo: mamma compra cose belle.
Ho riempito due bicchieri d’acqua, ci sarebbe voluto parecchio tempo,
forse il luogo era sbagliato, ma ho cominciato ad ascoltare.
Please, please, can you speak slow?
E ha raccontato.
I bicchieri sono diventati 4 e poi 8, acqua frammista al dolore dei ricordi, i suoi, e all’odore della vergogna, la mia,
e la sua storia è finita o forse sì è solo interrotta, pronta ad essere vissuta giorno per giorno.
Si è alzato.
Ha raccolto le sue cose e ha ricominciato a camminare, senza una parola o un saluto, scrivendo ad ogni passo un n uovo capitolo della sua storia di ombrelloni, sabbia bollente, di compra cose belle e di nostalgia per la sua casa e la sua famiglia.